Il lavoro di aggiornamento della mappa è stato affidato al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e della Vita (DISTAV) dell’Università di Genova. Lo studio del dipartimento (2018) ha trattato il calcolo dei valori della pericolosità sismica in corrispondenza ai punti della griglia di riferimento fissata a livello nazionale (INGV 2004), espressi come valori dell’accelerazione massima attesa al suolo (ag) per tempi di ritorno standard prefissati.
I risultati dello studio del DISTAV (2018) sono sintetizzati in mappe di pericolosità sismica che rappresentano l’inviluppo dei valori dell’accelerazione massima attesa al suolo (ag) su roccia per il tempo di ritorno di 475 anni (probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni) che costituisce il riferimento fissato a livello nazionale per le valutazioni di pericolosità.
In termini generali, i valori dell’accelerazione massima del suolo (ag) ottenuti dallo studio, rappresentano un quadro di pericolosità che non si discosta in modo sostanziale da quello vigente proposto dall’INGV, ma precisano e dettagliano la pericolosità locale evidenziando situazioni leggermente più penalizzanti lungo il margine occidentale, (Canavese e Biellese) ed il confine meridionale corrispondente all’alta Bormida e condizioni un po’ meno severe nel monregalese e nell’Ossolano.
In base a questi studi si ottiene la mappa di pericolosità sismica fa riferimento a valori medi di PGA (peach ground acceleration) con un periodo di ritorno di 475 anni espressi in massima componente orizzontale (ag con probabilità di superamento del 10% in 50 anni), che comporta, in base ai criteri fissati dall’ OPCM 28 aprile 2006, n. 3519, la suddivisione del territorio piemontese in una zona 4 corrispondente a valori di ag fino 0.05 ed una zona 3 corrispondente a valori di ag >0.05.
Inoltre i risultati dello studio di pericolosità confermano che i valori di accelerazione sismica attesi, in base ai criteri nazionali, sono compatibili con le zone sismiche 3 e 4.
Per dare continuità alle politiche di prevenzione già operanti sul territorio ed articolare in modo più efficace le misure di controllo e gestione, viene scelto di riproporre la suddivisione della zona 3 in una sottozona 3s.
In base ai valori puntuali di ag sono state elaborate le curve di interpolazione relative ai valori caratteristici delle diverse zone, in modo da procedere all’assegnazione dei Comuni alle zone.
In particolare, nel procedere alla zonazione, a ciascun Comune è stata attribuita la zona di competenza in base in funzione del valore massimo di ag calcolato all’interno del territorio comunale.
Nel caso di territori distribuiti a cavallo di una curva di ag che separa zone (o sottozone), è stato utilizzato un criterio correttivo basato sull’esposizione in base al quale il Comune è stato assegnato alla zona inferiore solo se nessuna delle località abitate del territorio comunale censite dall’ISTAT risulta ricadere nella zona superiore e la porzione del territorio comunale ricadente nella zona superiore risulta trascurabile rispetto all’estensione complessiva del comune.
Il suddetto criterio comporta:
- il confronto con la distribuzione degli abitati su base ISTAT 2011;
- la verifica della percentuale di territorio comunale ricadente nelle diverse.
Verificato che la porzione riconducibile alla zona 3 risulta:
- priva di abitati ISTAT;
- di estensione trascurabile rispetto all’intero territorio comunale.
Il Comune viene assegnato alla Zona 4.
Per conoscere la zona sismica di ciascun comune basta cliccare su di esso, comparirà un popup con tutte le informazioni necessarie. Attendere il caricamento della mappa…
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