Le barriere paramassi rigide ed elastiche sono delle opere in grado di resistere all’impatto e di dissipare l’energia cinetica posseduta dal masso. L’applicazione consente di determinare:
il massimo allungamento delle funi, l’energia dissipata dalla rete, l’energia non dissipata dalla rete.

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Le barriere paramassi a rete sono generalmente composte da una struttura d’intercettazione, da una struttura di sostegno, da una struttura di collegamento e da una struttura di fondazione. Questo tipo di barriere vengono suddivise in due categorie:
1. barriere a limitata deformabilità (rigide), progettate per arrestare il masso in spazi ridotti;
2. barriere ad elevata deformabilità (flessibili), progettate per arrestare massi con elevate energie attraverso un lavoro sia elastico che plastico

L’opera di difesa deve essere in grado di resistere all’impatto e di dissipare l’energia cinetica posseduta dal masso.

1) Barriere a limitata deformabilità
Nella maggior parte dei casi il masso colpisce la rete, che, deformandosi, dissipa l’energia cinetica dell’impatto.

2) Barriere ad elevata deformabilità
Quando l’energia dissipabile dalla rete è minore di quella prevista per l’impatto più violento (Ed < Ecmax), si utilizzano le barriere elastiche nelle quali entrano in funzione i dissipatori di energia. Un dissipatore consiste in un cappio di fune d’acciaio chiuso da un blocchetto di frizione. Quando il masso impatta contro la rete, il cappio tende a scorrere all’interno del blocchetto di frizione, dissipando per attrito una frazione dell’energia cinetica del masso impattante.

3) L’urto viene assorbito dai puntoni Se il masso impatta con uno dei puntoni d’acciaio che sostengono le reti, bisogna verificare la quantità di energia che può essere dissipata nell’urto e la necessità di eventuali ancoraggi.

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